mercoledì 13 febbraio 2019

Segnalazione "Un'altra occasione, Sotto la superficie vol. 2" di Ilari C


 
 Segnalazione "Un'altra occasione, Sotto la superficie vol. 2" di Ilari C





Titolo: Un'altra occasione, Sotto la superficie vol. 2
 
Autore: Ilari C.

Genere: romance MM contemporaneo

Prezzo ebook: 2,99 

Prezzo cartaceo: 12,99

Data di uscita: 17 ottobre 2018

Pagine: 228

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 TRAMA


Cristian e Samir vivono insieme da qualche mese, decisi a difendere la loro privacy e la loro felicità. Ma gli imprevisti sono dietro l'angolo e quando un infortunio rischia di mandare a monte la carriera di Samir, rendendolo insofferente, la pazienza di Cristian sarà messa a dura prova.
Non è solo con il carattere difficile di Samir che Cristian deve lottare, ma anche con chi non vede di buon occhio la loro relazione, a cominciare da Marc, che è ancora innamorato di Cristian, e dal padre di Samir che ricompare dopo anni di silenzio, apparentemente per chiedere perdono a suo figlio.
Quando l'amore, il desiderio e l'avidità si intrecciano niente è più come sembra ed è facile cadere nella rete degli inganni. Perdersi è semplice, ritrovarsi meno. Avranno Cristian e Samir un'altra occasione?
Un'altra occasione è il secondo volume autoconclusivo della serie Sotto la superficie, ed è un romance MM adatto a un pubblico adulto.



ESTRATTO

“Dopo il primo ordinarono direttamente il dolce, una mousse ai frutti di bosco. Samir rigirò il cucchiaio in quella spuma rosata, pensoso, poi gli confidò quanto avesse odiato l’ultima seduta dal suo analista e perché.
Cristian ne fu felice. Non perché Samir fosse stato male, ma perché gli aveva rivelato qualcosa di intimo, di suo, e lui non aveva dovuto domandarglielo. «E ti è sembrato sincero tuo padre?» Lo vide muoversi sulla sedia.
«Non lo so. Certe volte mi piacerebbe credere di sì, altre mi piacerebbe che non fosse mai venuto, mi piacerebbe non pensarci più e basta. Non l’ho detto a nessuno, neanche a Maha».
«Non può rientrare nella tua vita, se non glielo permetti. E poi ora non sei solo». Lo vide sorridere. Non avrebbe permesso a quell’uomo di fargli del male, mai più. Lo pensava davvero.
«Hai due occhiaie», gli disse a casa, tracciandogliele con le dita.
«Ora che me l’hai detto mi sento meglio». Samir corrugò la fronte. Si divincolò e corse in camera da letto. Lì accese le luci e si guardò allo specchio del comò: era ancora stanco, ma adesso la sua stanchezza somigliava a quella che si prova dopo aver fatto una cosa bella, soddisfacente. Sorrise. Poi gli venne in mente Londra, il giorno prima, suo padre.
Cristian lo raggiunse, lo abbracciò da dietro e ancorò il mento sulla sua spalla.
«Sarò solo un rottame per te, se non riesco più a tornare sul ring?», Samir gli domandò.
«Io non ti vedo come ti vedi tu». Come tuo padre ti ha insegnato a vederti, Cristian pensò. «Tu mi vedresti come un rottame, se non potessi più giocare a calcio?»
Lui gli prese le mani, lo guardò attraverso lo specchio. «Mai, ma tu non hai bisogno del calcio per essere speciale. Qualche volta mi chiedo se non staresti meglio senza di me».
«Sono disperato senza di te. Non hai idea».
Samir si voltò verso di lui, il sorriso gli illuminava di nuovo il viso. «Lo credo, senza di me saresti condannato a mangiare con i tuoi compagni tutte quelle raffinatezze che non saziano mai».
Cristian se lo strinse forte. Odoravano entrambi di buon cibo e dell’aria frizzante di una notte autunnale. «Giulia ci ha fatto mangiare per quattro, il mio preparatore atletico sarà…» Non poté continuare perché Samir lo baciò, cogliendolo alla sprovvista. Sapeva ancora di peperoncino e di frutti di bosco. Da quanto non si baciavano così? Da quanto non gli vedeva quella luce sensuale e sbarazzina negli occhi? Da troppo tempo, senza dubbio.
«Voglio fare l’amore. Lo vuoi?» Samir gli respirò in faccia.
Dio quanto lo desiderava anche lui. «Da morire».
Samir lo spinse sul materasso, infilando le mani sotto la sua maglietta.”
“Cristian sollevò la catenina d’oro uguale a quella che Samir portava già al collo, e che proprio lui gli aveva regalato, notò il ciondolo. «Un lucchetto».
«Il lucchetto del mio cuore, della mia casa, della mia anima o di qualsiasi altra cosa tu voglia».
«Sei sicuro di volerlo dare a me?» Soppesò quel ciondolo. Gli tremava la voce, pensava che quel ciondolo fosse meglio dello scambio delle fedi nuziali.
«Non vorrei darlo a nessun altro. Solo tu hai la chiave. Solo tu mi fai sentire come se potessi essere migliore».”
“All’improvviso Crsitan non ne poté più della sala, del tintinnio dei calici, delle luci scintillanti. Si allontanò, infilandosi in una sala attigua altrettanto lussuosa ed elegante, ma vuota a eccezione di una serie di quadri. Gli parve di riconoscere il personaggio di Andromeda salvata da Perseo. Che ironia, non era quella una delle tante costellazioni che aveva insegnato a Samir a cercare in cielo? Distolse lo sguardo e percorse un corridoio.
Non sapeva dove stesse andando, ma sperava prima o poi di trovare un’uscita sul parco. Il tacchettio delle sue scarpe di cuoio rimbombava ad ogni passo sul pavimento di marmo. Finalmente, intravide una porta-finestra e uscì fuori.
Forse non era stata una buona idea, si disse, quando l’aria sferzante di novembre gli colpì il viso e, dopo alcuni passi, si trovò quasi immerso nel buio, la luce delle finestre della villa lontane. Gli parve di udire un ululato, si figurò i cani da guardia sbucare repentini da un cespuglio. I giornali avrebbero scritto per giorni articoli su come lui, uno dei più famosi calciatori al mondo, fosse stato scambiato per un ladro. Lo stilista che gli aveva prestato il completo, anticipo della collezione della prossima stagione, non sarebbe stato contento di vederlo ridotto a brandelli dai cani. Mentre pensava a questo, si accorse che qualcuno si stava avvicinando.
«Chi è?» Trasalì.
«Sono io».
Riconobbe la voce di Samir e le sue braccia, quando gli cinse la vita.
«Non hai freddo?» Samir poggiò il mento sulla sua spalla.
«Non hai paura che ci vedano? Dopo tutta questa fatica per depistare i tabloid…»
«Diremo che ti stavo salvando dall’ipotermia».
«Perché sei uscito? Non ti piaceva la festa?» Cristian si allontanò.
«Ho visto che eri andato via. Ti osservo sempre».
«Non mi sembrava».
«Ti sbagliavi». Samir gli era di nuovo vicino.
Cristian a stento lo poteva vedere, ma sentiva il suo profumo, caldo e legnoso, il suo odore e, quando avvertì il suo fiato sulla pelle, si accorse che la sua schiena stava poggiando contro il tronco di un albero. Sentì un brivido percorrerlo. «Cosa stai facendo qui?»
«Sono qui per te». Samir spinse i fianchi leggermente in avanti, e lui provò una strana vertigine pensando che tutti gli ospiti in quella villa illuminata non avevano idea di ciò che loro due stavano facendo e avrebbero potuto fare lì, nel buio.
Samir lo baciò, aprendogli le labbra con la lingua, accarezzandogli l’interno della bocca.
Si abbandonò a quel bacio, sollevando le mani fino a toccargli la nuca. «Sei pazzo… qui?», la sua parte razionale gli impose di domandargli, dopo.
«Nessuno può vederci».
«Andiamo via», lo pregò.
«Cri…»
«Hanno già scattato le foto che servivano».
Samir si allontanò. «E poi, guarda caso, io e te ce ne andiamo prima che la festa finisca? È quasi come farci trovare mano nella mano, dai!»
«Quindi devi continuare il tuo servizio fotografico per i tabloid, capisco. Ma per sfogare i tuoi istinti hai bisogno di me tanto da seguirmi qui fuori».
«Sono venuto qui fuori per vedere come stavi, ma pensala come vuoi. Puoi sempre chiedere a Marc di consolarti del fidanzato che ti ritrovi. Ne sarebbe contento».
«Sarebbe un partner migliore di te», Cristian gli sputò le parole addosso, rabbioso, e se ne tornò dentro.
Da Marc aveva voluto che fosse aperto con i loro amici, da Samir voleva tutto, e per la per la prima volta nella sua vita si domandò se il calcio non gli avesse fatto pagare un prezzo troppo alto per il successo e la ricchezza. Ma respinse quel pensiero immediatamente, il calcio gli aveva dato tutto, il calcio era sempre stato il suo punto di riferimento insieme a sua madre, non era necessario baciare Samir o prendergli la mano in pubblico per essere felice con lui. Se solo Samir non baciasse un’altra donna davanti agli altri, davanti a lui, tutto sarebbe andato meglio. Ma da quando Masood era ricomparso lui e Samir erano stati trascinati in un vortice da cui non sapevano come uscire né come fermare.”

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